Microsoft chiarisce la politica del Marketplace open source

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open_soresC'è stato un recente trambusto sul fatto che Microsoft abbia bandito il software open source dal Marketplace. Todd Brix di Microsoft ha chiarito la questione, chiarendo che il software Open Source è il benvenuto, purché non sia di tipo virale che imporrebbe obblighi speciali a Microsoft in quanto host e distributore del software.

Scrivendo sul Blog del team di Windows Egli ha detto:

Il Marketplace Application Provider Agreement (APA) consente già applicazioni con BSD, MIT, Apache Software License 2.0 e Microsoft Public License. Abbiamo intenzione di aggiornare a breve l'APA per chiarire che consentiamo anche applicazioni ai sensi della licenza pubblica Eclipse, della licenza pubblica Mozilla e di altre licenze simili e continuiamo a esplorare la possibilità di accogliere licenze OSS aggiuntive.

I software GPL e LGPL restano tuttavia vietati. Tali software impongono al distributore di rendere disponibile il codice sorgente dell'applicazione e di consentirne l'ulteriore distribuzione da parte degli acquirenti del software, un obbligo oneroso per un'azienda che sta cercando di gestire decine di migliaia di sviluppatori e applicazioni.

Secondo The Register sia Google Android Market che l'App Store stanno già distribuendo software che non sono conformi ai termini della licenza GPL, esponendoli quindi a responsabilità. Almeno sull'App Store tali software sono già vietati, rendendo almeno in parte responsabile lo sviluppatore, sul Marketplace Google si assumerebbe l'obbligo in qualità di distributore di rispettare le regole e le restrizioni della licenza.

OpenLogic, un'organizzazione di difesa dell'open source, afferma che il 77% del software open source in Android Market non rispetta i 4 obblighi chiave della GPL, lasciando il proprietario dell'app store aperto all'azione. 

Si può capire perché Microsoft, non esattamente un sostenitore dell'open source, sarebbe diffidente.

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