Nessun posto è sicuro: Microsoft, Apple, Facebook, Twitter, tutti sotto controllo per aver violato il GDPR

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Il Regolamento generale sulla protezione dei dati o GDPR mira a fornire agli utenti un maggiore controllo sui propri dati personali. Per mettere il tutto in prospettiva, questa legge ha ammanettato le aziende tecnologiche quando si tratta di raccogliere e condividere i dati degli utenti.

Ora i regolatori europei dei dati stanno iniziando a dare la caccia ai pesci grandi. Secondo la Irish Data Protection Commission (DPC), ci sono un totale di dieci casi in cui Facebook ha violato il GDPR, entrato in vigore nell’aprile dello scorso anno.

In seguito al famigerato fiasco di Cambridge Analytica, i giganti dei social media hanno segnalato più volte violazioni di dati, due delle quali massicce. Uno, dove più di 50 milioni di profili di utenti sono stati compromessi, grazie all'utilizzo dei Security Token. E l’altro è stato ancora peggio: le foto di quasi sette milioni di utenti sono finite su app di terze parti senza che gli utenti lo sapessero. Ma non c'è solo Facebook: anche le sue acquisizioni WhatsApp e Instagram sono sulla lista nera.

WhatsApp sta attualmente affrontando problemi principalmente per due motivi: uno è legato, sì, hai indovinato bene, alla privacy, e l'altro è il modo in cui condivide le informazioni con Facebook al di fuori dell'app.

Twitter, Microsoft e Apple non sono un paradiso sicuro poiché anche loro hanno violato la legge dell’UE.

Mentre Twitter è sempre stato trasparente riguardo alle violazioni dei dati e ha un record nell’informare tali violazioni entro il termine indicato nel GDPR, l’autorità di regolamentazione ora vuole sapere quanto accesso hanno gli utenti sui propri dati sul sito di microblogging.

Microsoft e Apple sono strani in questo elenco. Se parliamo del colosso di Redmond, è l’acquisizione da 26.2 miliardi di dollari di LinkedIn che per la prima volta fa la parte del cattivo. LinkedIn ora deve sottoporsi a indagini per la profilazione dei propri utenti e annunci mirati. Apple, invece, è nella lista per problemi di trasparenza. Google è stata multata di 57 milioni di dollari per lo stesso motivo il mese scorso.

Si tratta di una serie di indagini in corso e il consorzio tecnologico deve superare la prova del nove, altrimenti è molto probabile che si trovi ad affrontare le accuse serie che Google ha dovuto affrontare il mese scorso.

Via: ABCNews

Maggiori informazioni sugli argomenti: mela, facebook, GDPR, Violazione del GDPR, microsoft, Twitter

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